Buon fine di settimana amici, terzo appuntamento con “Bevi uno spritz con…” Oggi a tenerci compagnia sarà un autore emergente, Pedro González Redondo.Ringrazio Serena di _romanzi_rosa_ per aver intervistato l’autore.

Biografia autore
Pedro González Redondo è nato a Cordova (Spagna) nel 1966. Ingegnere
Agronomo e Ingegnere Forestale, lavora come ordinario de Produzioni Animali
presso l’Università di Siviglia. In Italia ha soggiornato, sin dal 2003, a Perugia
Potenza e Viterbo, città a cui è particolarmente legato per aver svolto stage per
ricerca presso l’Università degli Studi della Tuscia. Insieme ad Alessandro Finzi
ha pubblicato il libro “Sulle tracce di Santa Rosa. Diario di viaggio in Spagna”,
edito nel 2014 dal Centro Studi Santa Rosa da Viterbo. Ha curato la traduzione in
spagnolo dell’opera “Vita di Santa Rosa. Testo iscritto negli atti del processo
callistiano istruito nel 1457” scritta dal P. Ernesto Piacentini, pubblicata nel 2018
da Frate Indovino. Amante della lingua e la cultura italiane, “Te lo dico sul
muro” è il suo romanzo d’esordio.
- Nel libro viene ben spiegato ma i lettori i curiosoni anche se non lo dicono vogliono sapere quindi caro autore come nasce la storia di “Te lo dico sul muro”?
L’opera è nata in due tappe ben differenziate: la prima quando ho intrapreso l’avventura di scrivere un romanzo e la seconda quando ho scelto l’argomento e filo conduttore della storia. Come sanno molti lettori, sono madrelingua spagnola e studio e parlo italiano sin dal 1996. L’idea di scrivere un romanzo in italiano me l’ha regalata Martina Banchetti, una mia professoressa di italiano (che considero una maestra). Quando studiavo con lei presso la sede di Siviglia della Società Dante Alighieri inseriva la letteratura nelle lezioni e mi proponeva di scrivere racconti come compito di classe. Poi mi diede l’idea di scrivere un romanzo e mi affiancò nell’avventura. La seconda tappa è stata la scelta della trama; dopo aver rimuginato su diverse idee, ho scelto questo argomento perché quando ho soggiornato a Viterbo per la prima volta, sono stato colpito dalla bellezza delle scritte d’amore distribuite lungo le vie del centro della città. Questo fatto mi ispirò la costruzione di una storia d’amore nella quale inserirle.
- Realtà e immaginazione si fondono nella narrazione accompagnando il lettore verso due modi opposti di vivere: quello di una ragazza come Miranda e del suo professore Carlos.
Hai tanta ragione. In molti mi chiedono quanto il romanzo sia autobiografico, perché anch’io sono professore, sono andato a Viterbo per motivi di lavoro, e via discorrendo. Invece non mi è successo niente di simile a quello accaduto tra Miranda e il suo professore. Ma la mia esperienza come professore per quanto riguarda la forte empatia con gli studenti, unito al fatto che sono un ammiratore della bellezza delle italiane, mi hanno spinto ad abbinare realtà e immaginazione per far sì che i mondi apparentemente lontani di Miranda come studentessa e Carlos come professore si incrocino.
- Ho trovato incantevole l’attenzione per le differenze culturali. In modo particolare per quelle che riguardano i rapporti sociali.
Sì, questo approccio mi è già stato accennato da alcuni lettori e rispecchia una mia netta percezione riguardo queste differenze, come spagnolo che ha avuto l’opportunità di vivere in Italia e, quindi, di godere del privilegio di conoscere la meravigliosa società italiana. In Spagna si ha l’idea generale che italiani e spagnoli siamo popoli molto simili, ma man mano uno approfondisce la conoscenza della società italiana scopre che ha un’idiosincrasia tutta sua, diversa dalla spagnola. Ad esempio, nel romanzo ho plasmato l’atteggiamento più formale nei contesti di lavoro in Italia, mentre in Spagna passiamo subito a darci del tu. Mi colpisce anche che la società italiana sia molto moderna ma rispetti ancora i valori sociali e familiari tradizionali, in modo molto più accentuato che nel mio Paese. Parte di queste particolarità culturali e sociali sono state catturate nel romanzo.
- Entrando nel cuore della storia: da autore quale sensazione hai voluto conservare e regalare tra le pagine?
Direi che ho voluto trasmettere ai lettori più di una sensazione. Come scenario dell’azione ho cercato di omaggiare la città di Viterbo, dove ho vissuto più di un anno distribuito in diversi periodi tra 2007 e 2013. Ê una città austera e quasi sconosciuta (almeno in Spagna) ma con molto fascino non appena ci si ferma a conoscerla. Infatti rimane marchiata a fuoco nel mio cuore. Per quanto riguarda la storia, ho voluto plasmare l’idea che il vero l’amore non riguarda l’età, ma è l’espressione del rispetto, ammirazione e sostegno per la persona che ami. Non vorrei spoilerare l’argomento, ma ho cercato di plasmare questa sensazione attraverso il contrasto tra la scoperta dell’amore di Miranda con il suo coetaneo Giorgio e quello che succede nella seconda parte di “Te lo dico sul muro”, quando Miranda e Carlos interagiscono. Ho anche cercato di inneggiare alla vita con la maiuscola. Non svelerò il perché; saranno i lettori a scoprirlo.
- Prima di tutto ti ringrazio per questo momento di confidenza e conoscenza approfondita della tua bellissima storia. Dando voce a quei famosi lettoriiii curiosoni, ti andrebbe qualche anticipazione su di un progetto futuro?
Grazie! Sono io a ringraziarti l’opportunità che hai dato a “Te lo dico sul muro”. Colgo l’occasione per farti i complimenti per lo straordinario lavoro che fai per promuovere i libri e gli scrittori. Anche se prima voglio godermi la crescita di questa mia prima creatura, posso anticipare ai lettori che ho in mente l’argomento per scrivere un altro romanzo, sempre in italiano, molto diverso da “Te lo dico sul muro”. Se non ci sono problemi l’inizierò la prossima estate. Non posso svelare l’idea, ma si tratta di una storia di profondo profilo psicologico che trascorrerà nella mente del protagonista mentre cerca una cosa nello sgabuzzino di casa. La sua vita passerà in rassegna davanti a se mentre lui è alla ricerca di quella cosa, e la storia finirà legata al ritrovamento di essa. Sorpresa!
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